ATO IDRICO. ALL’ARS DDL PROPOSTO DALLE 9 PROVINCE SICILIANE

Mobilitazione trasversale, che coinvolge tante amministrazioni locali ma anche i partiti rappresentati all’Assemblea regionale siciliana, per opporsi al sistema di privatizzazione del servizio idrico previsto dalla legge “Galli”, sulla scorta del disastro finanziario che si è già verificato nel settore degli Ato rifiuti. Si è  riunito ieri, nella sala Gialla di Palazzo dei Normanni, il Coordinamento degli Enti Locali per l’acqua bene comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico.  Un centinaio di amministratori locali, in rappresentanza di altrettanti comuni, provenienti dalle nove province dell’isola, hanno partecipato all’incontro con il presidente dell’Ars, Francesco Cascio e con i presidenti dei gruppi parlamentari. Un incontro voluto per esporre i punti principali del ddl, di iniziativa dei consigli comunali, che tratta la regolamentazione della gestione pubblica delle risorse idriche in Sicilia. Le attuali gestioni del servizio idrico, affidate ai privati, hanno portato ad incrementi delle tariffe e disservizi nell’erogazione.  I sindaci si sono fatti promotori di un disegno di legge di inziativa popolare sugli Ato idrici.  Il disegno di legge proposto dal coordinamento rivede le modalità di gestione, suggerendo il ritorno alla gestione pubblica e partecipata dell’acqua. I Comuni che hanno aderito all’iniziativa hanno già inserito nei propri Statuti il principio  dell’acqua come bene comune e definito il servizio idrico come privo di rilevanza economica. Una posizione condivisa da tutti i capigruppo che hanno parlato della necessità di una seria riflessione su tutto ciò che riguarda la gestione del servizio. “Il modello di privatizzazione delle risorse idriche è stato largamente contrastato – ha ricordato il presidente del gruppo parlamentare Pd, Antonello Cracolici – e la politica non può girarsi dall’altra parte, ma è obbligata ad affrontare l’argomento, con un approfondito dibattito parlamentare  per trovare soluzioni”. Un impegno condiviso da tutti i capigruppo. “Gli Ato sono stati un fallimento – ha ricordato il presidente del gruppo parlamentare Udc, Rudy Maira -. E’ necessario che la gestione dell’acqua permanga in mano pubblica. Ogni tentativo di privatizzazione di un “bene” qual è l’acqua va respinto, perchè porterebbe ad un aumento di costi e di bollette a danno dei cittadini siciliani” ha aggiunto Maira. Un parallelo tra la disastrosa esperienza degli Ato Rifiuti e di quelli idrici è stato fatto dal  capogruppo Mpa, Lino Leanza. “Una legge sulla gestione idrica deve puntare a ridurre la frammentazione dei soggetti che gestiscono le risorse” – ha sottolineato il capogruppo Pdl, Innocenzo Leontini. Tutti i presidenti dei gruppi parlamentari, si sono detti d’accordo ad affrontare la problematica nel più breve tempo possibile. Un impegno condiviso dal presidente Cascio. “Sono assolutamente convinto – ha sottolineato Cascio – dell’importanza del servizio idrico che come tale non può essere affidato ai privati come invece si potrebbe fare per altri settori”.  Cascio ha mostrato disponibilità ad accelerare l’iter del ddl pur nel rispetto delle priorità dei provvedimenti già calendarizzati.

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