San Giuseppe Jato. Scomparsa Concetta, domani fiaccolata contro la violenza di genere

di Leandro Salvia
Una fiaccolata contro la “violenza di genere” in ricordo di Concetta Conigliaro. A rompere il silenzio è un Comitato cittadino composto da sedici donne di San Giuseppe Jato e San Cipirello. “Uniti contro la violenza” è il nome dell’organizzazione che mette insieme associazioni femminili e singole cittadine. Dopo il clamore mediatico dei primi giorni, sulla scomparsa della giovane ventisettenne, in attesa di risvolti nelle indagini, era calato il silenzio. “Marceremo – spiega Enza Capitelli, una delle promotrici, per dire no alla violenza di genere, sotto qualsiasi forma. Ma in particolare vogliamo ricordare la povera Concetta, vittima di un’atroce violenza”. Il corteo partirà domani pomeriggio alle 18.30 dalla gradinata di via Roma a San Cipirello e raggiungerà piazza Falcone e Borsellino a San Giuseppe Jato. “I partecipanti – spiegano gli organizzatori – indosseranno jeans e maglietta bianca”. Della giovane ventisettenne Concetta Conigliaro si erano perse le tracce lo scorso 9 aprile. Del suo presunto omicidio è attualmente sospettato il marito, Salvatore Maniscalco, 39 anni. L’uomo, che si trova in carcere, è accusato anche di distruzione di cadavere. Gli inquirenti sono, infatti, convinti che le ossa bruciate fatte ritrovare dall’uomo il 7 giugno in contrada Giambascio appartengano a Concetta. Il giorno della scomparsa la ventisettenne si era rivolta al proprio legale, l’avvocato Maria Grazia Messeri, per sporgere una querela contro il marito per presunte lesioni. E non era la prima volta che la donna accusava Maniscalco, che aveva a sua volta denunciato la moglie per percosse e maltrattamenti. La giovane, cresciuta in una casa famiglia, all’età di 18 anni aveva deciso di sposare Salvatore, con cui aveva avuto due figli. Da gennaio i due si erano però separati e la giovane aveva intrapreso nuove relazione. Di qui l’ipotesi che potesse trattarsi di un allontanamento volontario. Quattro giorni dopo dalla scheda telefonica della giovane parte un messaggio indirizzato ad una delle sorelle. L’sms sembrerebbe confermare l’allontanamento. Le indagini dei carabinieri accerteranno in seguito che quel messaggio è però partito dal cellulare del marito, dove era stata inserita la scheda sim di Concetta. Il 23 aprile Maniscalco si reca in caserma dove presenta denuncia contro la moglie per violazione degli obblighi di assistenza familiare. In quegli stessi giorni alla stazione centrale di Palermo viene ritrovata la borsa della donna. Gli effetti personali vengono consegnati alla madre, Giovanna Lo Biondo, che il 14 maggio sporge denuncia. Il 31 maggio, in via Mazzini, davanti l’abitazione della signora Lo Biondo, vengono fatti ritrovare un giubbotto rosso con dentro delle ossa bruciacchiate. Le indagini chiariranno che si trattava di ossa umane. Una settimana dopo, su indicazione di Maniscalco, vengono ritrovate altre ossa. Stavolta in campagna. Le analisi dei Ris non hanno però ancora sciolto i dubbi sul Dna ritrovato. Ma tutto fa pensare che possa trattarsi dei resti di Concetta. Intanto le indagini dei carabinieri della compagnia di Monreale proseguono e nelle scorse settimane sono stati sentiti alcuni familieri della giovane mamma. Fra le persone ascoltate anche alcuni colleghi di Salvatore Maniscalco.

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