Lavoro, 2.000 posti a rischio tra Carini e Termini Imerese

Per Palermo si preannuncia un autunno caldo. Dopo la pausa estiva istituzioni, politica e parti sociali dovranno affrontare le vertenze che mettono a rischio centinaia di posti di lavoro. Da Fincantieri allo stabilimento Fiat di Termini Imerese, continuando con la Keller e l’Italtel di Carini, solo per citare i casi più noti. L’incertezza accompagnerà l’ultimo scorcio d’estate di operai e famiglie. Per quanto riguarda Termini, per oggi è in programma un nuovo incontro a Roma da dove si spera arrivino elementi di maggiore chiarezza per il futuro di oltre 2 mila lavoratori dell’azienda e dell’indotto. Ancora nessuno scenario certo tranne che al 31 dicembre il Lingotto farà armi e bagagli e lascerà per sempre l’isola.
Ma non è solo la vicenda Fiat a far parlare da mesi di rischio deindustrializzazione. A pesare è anche la vicenda dello stabilimento Fincantieri, dove tra indotto e azienda gravitano oltre 900 lavoratori. Stabilimento «per moltissimo tempo abbandonato dalla politica».
Ma d’investimenti per lo sviluppo necessitano anche i due stabilimenti di Carini, Keller e Italtel: nel primo caso tutti i lavoratori sono in cassa integrazione mentre, nel secondo caso il provvedimento ha interessato un numero ridotto di lavoratori, ma i timori restano.
«Noi crediamo , dice all’Italpress il segretario generale della Cisl di Palermo Mimmo Milazzo , «alla possibilità di creare un polo industriale che vada da Carini a Termini». Non meno bollente la questione delle società partecipate. Sull’argomento «la Cisl», dice Milazzo, «chiederà una riorganizzazione del sistema a vantaggio di lavoratori e cittadini che usufruiscono dei servizi resi dalle aziende. Bisogna razionalizzare tutto nell’ottica di evitare esternalizzazioni e concentrare il lavoro all’interno delle società con una maggiore flessibilità del lavoro. Chiederemo al Comune», conclude il segretario della Cisl, «misure più drastiche rispetto all’evasione fiscale, che ammonta a circa 200 milioni all’anno, una cifra inconcepibile che si ripercuote anche sulla qualità dei servizi offerti alla comunità».

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