Omicidio Ana Di Piazza, lo sgomento della moglie e dell’ex consorte di Antonino Borgia

Due donne, con percorsi di vita e visioni dell’uomo che hanno amato completamente diversi. Maria Cagnina e Michelle Armino, la prima attuale moglie, l’altra ex consorte dell’imprenditore 51enne partinicese Antonino Borgia, lo descrivono in maniera differente. La donna che lo lasciò 20 anni fa lo definisce “un uomo violento che gli alzava le mani, ragion per cui la portò alla separazione dal reo confesso dell’omicidio di Ana Di Piazza, la trentenne di Giardinello trovata senza vita in aperta campagna venerdì scorso, nel territorio di Balestrate, dopo essere stata accoltellata e finita a colpi di bastone alla nuca. Michelle Arminio, come scrive oggi il Giornale di Sicilia avrebbe anche più volte denunciato nel 1998  l’allora consorte, ma senza alcun seguito giudiziario poiché i reati caddero in prescrizione. La donna ha descritto l’ex marito come una persona  “prepotente, irruenta, poco riflessiva e maschilista, che rincasava tardi e che veniva difesa e giustificata dalla sua famiglia pure di fronte a delle relazioni extraconiugali venute allo scoperto.  “La notizia dell’omicidio di Ana ha sconvolto me e nostro figlio – ha affermato l’ex moglie – sebbene consci del carattere violento del mio ex marito, non avremmo mai immaginato che potesse arrivare a tanto.  Il mio pensiero – conclude Michelle Arminio –  lo rivolgo alla vittima e al bambino che portava in grembo”. L’attuale moglie, Maria Cagnina, invece, al quotidiano La Repubblica, racconta di avere avuto, fino a venerdì scorso, un matrimonio felice che dura da 18 anni, una unione durante la quale Antonino Borgia non avrebbe mai sfiorato nè lei ne i suoi figli. “Non riesco a credere quello che è successo – dice – e non posso perdonarlo per ciò che fatto.   Ha gettato all’aria tutto. La vita di quella povera ragazza, la nostra famiglia e il nostro futuro».  La moglie di Borgia afferma di non provare più l’amore che ha sempre provato per il marito fino al giorno della tragedia, che non si sente di odiarlo e abbandonarlo, ma di avere perso stima e fiducia nei suoi confronti.  “ Nessuno – ha detto – merita di essere ucciso così. Quale che sia stata la vita di quella giovane, non doveva finire così».  Maria Cagnina dice di dover pensare ai loro figli e di cercare di cancellare   l’umiliazione che li sta sovrastando, di avere appena scoperto dei debiti che potrebbero indurla a chiudere l’azienda e di non riuscire a credere alla violenza inaudita usata dal per rimuovere quello che in quel momento per lui si sarebbe presentato come un ostacolo insormontabile. “Se me ne avesse parlato – ha detto – avremmo trovato una soluzione. Non riconosco mio marito in ciò che e’ successo, sarà stato in preda ad un raptus di follia”. Maria Cagnina, infine, definendo se stessa e i propri figli vittime del marito,  rivolge un pensiero  alla madre di Ana che piange la perdita di una figlia, insieme al nipote di 11 anni, il figlio della donna assassinata da Borgia.   «Siamo entrambe vittime, non abbiamo colpa di quello che è successo – ha concluso la moglie di Antonino Borgia – mio marito ci ha distrutto la vita”.  Ana Di Piazza che, come confermato dall’esame autoptico era incinta di tre mesi,  è morta a seguito delle 10 coltellate che le sono state inferte lungo il busto e sul collo.   Tra 40 giorni sarà depositata la perizia medico-legale completa. Antonino Borgia ha avuto due diverse colluttazioni con la sua vittima: la prima davanti al cancello di un’abitazione di contrada Foce a Balestrate, dove già aveva accoltellato Ana; la seconda qualche chilometro più avanti sulla statale 113 a Partinico dove la 30enne è stata finita con altri fendenti e con delle bastonate alla nuca.   Messo con le spalle al muro, in seguito ai riscontri investigativi suffragati da alcuni testimoni e dalle telecamere di videosorveglianza di un villino di contrada Foce, Borgia ha confessato tutto, pure il movente, raccontando ai carabinieri che  sarebbe stato messo alle strette dalla propria vittima che, avrebbe preteso del denaro per non raccontare tutto alla moglie.  Ma al riguardo gli investigatori nutrono forti dubbi.

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