San Giuseppe Jato, ditta rifiuti Mirto: torna l’interdittiva antimafia

La ditta «F. Mirto srl» è nuovamente fuori dalla «White list» della Prefettura. Due giorni fa è arrivata infatti una nuova interdittiva antimafia per l’impresa sancipirellese che lavora nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Era già successo il 13 agosto scorso. Di qui le revoche degli appalti nei Comuni di San Cipirello e San Giuseppe Jato, dove la ditta svolgeva il servizio. Ma diciassette giorni dopo, il 30 agosto, il Tar Sicilia aveva accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla ditta, assistita dagli avvocati Giovanni e Giuseppe Immordino. Il timore di un grave danno economico aveva spinto la prima sezione del Tar a sospendere l’interdittiva. Una decisione poi confermata ad ottobre in Camera di consiglio. Dopo l’accoglimento della sospensiva, il Comune di San Giuseppe Jato aveva così deciso di riaffidare l’incarico alla ditta «Mirto». A San Cipirello invece, dove a guidare il Comune è una commissione straordinaria, l’impresa non ha mai Ripreso i lavori. L’appalto sarebbe comunque scaduto il 13 settembre. A Monreale inoltre «Mirto srl» non ha mai smesso di svolgere il servizio. Due giorni fa però la Prefettura ha emesso una nuova interdittiva antimafia nei confronti della ditta. Il primo provvedimento era arrivato due mesi dopo lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale di San Cipirello e la successiva pubblicazione delle motivazioni. L’affidamento del servizio dei rifiuti è, infatti, uno dei tanti punti contestati all’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Geluso. Nelle motivazioni si legge: «è emerso un sostanziale monopolio del servizio dal quale hanno tratto vantaggio due imprese i cui titolari sono “vicini” al primo cittadino o stretti congiunti di soggetti contigui o riconducibili alla locale criminalità». In particolare l’impresa la cui gestione sarebbe nelle mani di una figura considerata un tempo vicina a Balduccio Di Maggio e Giuseppe La Rosa. Il “dominus” della ditta nel 2002 venne – infatti – arrestato dalla Dia con l’accusa di associazione mafiosa, danneggiamenti ed estorsione. Nel 2004, però, proprio le dichiarazioni dell’allora collaboratore di giustizia La Rosa, pur confermando amicizie e frequentazioni con il clan, scagionarono l’imprenditore sancipirellese dalle accuse. Intanto a San Giuseppe Jato, dove la ditta Mirto ha svolto il servizio fino ad ottobre, cresce il malumore tra gli ex dipendenti, che attendono ancora il pagamento di tre mensilità e il Tfr. «Il titolare – fanno sapere gli operatori ecologici – dice di non poterci versare gli stipendi perché da agosto il Comune non paga il servizio».

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