San Cipirello, scioglimento comune: indagini su incarichi e ipotesi di conflitti di interesse

L’esito dell’accesso ispettivo al comune di San Cipirello è stato apprezzato in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dal procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi. La relazione conferma, infatti, l’esistenza di soggetti che al tempo dell’azione stragista, negli anni ’80 e ’90, erano su fronti opposti: una parte con Giovanni Brusca; l’altra con Balduccio Di Maggio. Ma con posizioni marginali. Oggi invece, dopo i tanti arresti e il vuoto di potere, sono cresciuti di spessore e si sarebbero anche ricompattati. Le infiltrazioni mafiose a San Cipirello confermerebbero inoltre la vulnerabilità dei Comuni più piccoli. Ma non c’è solo la mafia nella relazione prefettizia che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale sancipirellese. C’è spazio anche per stigmatizzare consulenze affidate per le «amicizie». In particolare in occasione di diversi incarichi legali affidati ad un avvocato che, «secondo attività info-investigative», sarebbe legata da un rapporto sentimentale con uno dei politici. E ufficiosamente parteciperebbe ad alcuni consigli di amministrazione di un’azienda locale, di cui il politico è presidente. «Tale legame – si legge nella relazione pubblicata in Gazzetta ufficiale –potrebbe avere favorito la consulenza legale presso il Comune di San Cipirello». Tra gli incarichi sospetti dell’ormai ex sindaco Geluso spiccano anche quelli affidati ad un architetto, le cui frequentazioni con malavitosi locali sono oggetto di una attenta disamina. Particolare attenzione è stata posta anche su alcune pratiche inoltrate dai cittadini al Suap del Comune a firma dell’architetto di fiducia di Geluso. L’ipotesi è che ci sia stato «un conflitto di interessi».

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