Alcamo, condannato un operaio per stalking

Sono stati inflitti ieri, due anni e tre mesi di reclusione ad un operaio alcamese di 31 anni. I giudici del tribunale di Trapani nel pronunciare la sentenza sono andati molo oltre alla richiesta di condanna, formulata dal pubblico ministero. Così come riporta il “Giornale di Sicilia”,il pubblico ministero aveva chiesto otto mesi. I giudici hanno accolto l’aggravamento della misura richiesta dall’avvocato Nicola Gervasi, che ha difeso una donna di 28 anni, costituitasi parte civile nei confronti dell’ex marito. Questi era finito sotto processo per stalking e lesioni dopo le indagini dei carabinieri, ai quali la giovane signora, mamma di due bambini, avuti con l’ex marito, aveva presentato denuncia a causa dei continui maltrattamenti e scenate di gelosia. I due si erano sposati giovanissimi, ma, secondo quanto è emerso durante il processo, la vita della donna, dopo poco tempo, si sarebbe trasformata in un inferno. Pare che l’ex marito, difeso dagli avvocati Saro Lauria e Damiano Ciacio, pretendesse che la moglie non uscisse da casa. Insomma doveva badare solo alla casa e ai figli senza mettere il naso fuori dalla porta d’ingresso. Una situazione disperata per la giovane mamma che, dopo lunghe sofferenze, chiese aiuto ai carabinieri. Iniziarono le indagini e la donna tornò a casa dai suoi genitori. Per mantenere i figli ha lavorato in una pizzeria dove si sarebbe recato il marito proferendo frasi ingiuriose davanti a tutti. Questa situazione ha costretto, in un primo momento, i giudici ad imporgli di non avvicinarsi alla ex moglie e mantenere la distanza minima di duecento metri. Durante la vicenda, iniziata due anni fa, per l’operaio sono scattati anche gli arresti domiciliari. I difensori sono orientati a chiedere la revoca. Nel corso di questi due anni molto agitati per la giovane donna non sono mancati momenti di paura – come racconta l’avvocato Nicola Gervasi – perché l’uomo l’avrebbe avvicinata più volte mentre la donna si trovava in compagnia di amici. Aveva paura di stare da sola e di fare una passeggiata insieme ai suoi figli, un bambino e una bambina di otto e cinque anni. Oltre alla pena a due anni e tre mesi l’uomo è stato condannato a pagare quattro mila euro oltre le spese giudiziarie.

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