Operazione “Tantalo bis”: Carcere per 34 indagati,6 tornano liberi e 2 ai domiciliari

Restano in carcere 34 degli indagati appartenenti alla banda che, per truffare le assicurazioni, simulava incidenti stradali dopo aver spaccato le ossa a vittime compiacenti, altri 2 vanno, invece, agli arresti domiciliari e 6 dei presunti indagati, tornano liberi. È questo l’esito del provvedimento di fermo,delle diverse udienze di convalida tenutosi a Palermo, Messina e a Lecce. Anche se ne nella maggior parte dei casi, cosi come riporta il “Giornale di Sicilia” il pericolo di fuga non è stato ritenuto sussistente, i vari giudici hanno comunque riscontrato gravi indizi di colpevolezza e hanno dunque applicato la custodia cautelare. Regge l’impianto accusatorio dei blitz “Tantalo bis” della squadra mobile e “Contra fides” della guardia di finanza coordinati dai procuratori aggiunti Ennio Petrigni e Sergio Demontis, con i sostituti Daniele Sansone, Alfredo Gagliardi, Francesca Mazzocco Andrea Zoppi. In tutto gli indagati sono 247. I sei che tornano liberi, su disposizione del gip Annalisa Tesoriere, sono Salvatore Mazzanares, Carlo e Gaetano Alicata, Salvatore di Gregorio, detto “Salvino”, Gaetano Girgenti e Antonino Saviano. Ai domiciliari vanno invece Salvatore Arena, detto “Mandalà” ed Emanuela Gallano. Restano infine in carcere, anche su disposizione del gip Filippo Lo Presti, che ha vagliato un’altra parte del provvedimento, tutti gli altri indagati : Filippo Anceschi, detto “il nano”, Monia Camarda, Gioacchino Campora, detto “Ivan”, Vincenzo Cataldo, l’avvocato Graziano D’Agostino, Rita Giuseppe e Maria (detta “Mary”) Mazzanares, Salvatore Di Liberto, Giuseppe Di Maio, detto “fasulina”, Piero Orlando, Mario Fenech, Vittorio Filippone, Gesuè e Antonino Giglio, Vincenzo Peduzzo, Natale e Alfredo Santoro, Maria e Letizia Silvestri, Orazio Falliti, Alfonso Macaluso, Benedetto Mattina, Mario Modica, Cristian Pasca, Giuseppe Rosciglione , Giovanni Napoli, Antonino di Gregorio, Patrizia Alaimo, Ermano Campisi , Fabio Riggio, Domenico Schillaci e Giovanna Lentini. La maggior parte degli indagati, durante gli interrogatori, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’avvocato Graziano insieme alla sedicente collega Lentini, sostanzialmente sono gli unici che hanno provato a difendersi dalle accuse, sostenendo di non essere al corrente che, alla base delle pratiche che avrebbero seguito vi fossero incidenti mai avvenuti. Gli arresti, in realtà rientrano, nel secondo filone di un’inchiesta “Tantalo” che già ad agosto aveva portato in carcere dodici persone. Tre di loro poi hanno deciso di collaborare con la giustizia, fornendo così elementi importanti alla Procura. Dalle intercettazioni e dalle testimonianze è venuto fuori un quadro desolante, con persone disperate, disposte a farsi rompere braccia e gambe pur di incassare poche centinaia di euro. Alla banda dei falsi incidenti, però, ogni pratica avrebbe fruttato in media centomila euro.

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