Carini, operai Sirti salvi da licenziamento; al via confronto per salvare area industriale

Sospeso lo stato di agitazione dei lavoratori della Sirti. Lo ha deciso l’assemblea unitaria dei lavoratori dello stabilimento di Carini che, si è riunita per valutare gli esiti dell’incontro di venerdì scorso in Assolombarda con i sindacati, in cui l’azienda ha fatto dietrofront sui licenziamenti. La Sirti, azienda nazionale specializzata nella realizzazione e manutenzioni di grandi reti di telecomunicazione, che aveva annunciato il 19 febbraio scorso un piano nazionale di 833 esuberi, dopo la serie di scioperi a catena in tutte le sedi italiane ha sospeso la procedura, con l’impegno di azzerare i licenziamenti e di utilizzare tutti gli strumenti alternativi, come ammortizzatori sociali o accompagnamento alla pensione. “La sospensione della procedura è un risultato positivo, ora si apre il confronto con l’azienda”, dichiarano le Rsu Fiom di Sirti Palermo Giuseppe Romano e Franco Agnello. “Venerdì prossimo a Milano – aggiunge Romano, anche componente del coordinamento nazionale di Sirti – inizieremo a discutere nel merito degli strumenti alternativi ai licenziamenti”. La Fiom esprime soddisfazione per la svolta positiva nella vertenza. “Le lavoratrici e i lavoratori – dichiara Francesco Foti, della Fiom Cgil Palermo – hanno dimostrato compattezza nella ribellione ai licenziamenti, dando prova del fatto che se le battaglie si combattono uniti si possono ottenere risultati”. L’assemblea ha così deciso la sospensione dello stato di agitazione e di tutte le prestazioni accessorie. Intanto, nei giorni scorsi, la Fiom Cgil ha presieduto un incontro sull’area industriale di Carini e sulle possibili soluzioni per affrontare il conclamato stato di crisi e il rilancio del sito attraverso un apposito piano industriale e politiche di sviluppo. Il sindacato ha ribadito al sindaco di Carini Giovì Monteleone, la necessità di costituire un tavolo istituzionale per coinvolgere il comune di Palermo e la Regione Siciliana, al fine di dare alle tante imprese che resistono con i loro insediamenti produttivi, come TMB Italia, Omer, Italtel, Seli-Kab e Tecnozinco. La Fiom ha posto l’esigenza di chiedere alla Regione siciliana un piano industriale per il sito di Carini, con il riconoscimento di area di crisi complessa, come è accaduto per altri siti industriali della Sicilia, e di Zes (zona economica speciale). “Sarebbero interventi fondamentali per un’area che ha subito una pesantissima crisi nel settore metalmeccanico, con tante aziende che in questi anni sono scomparse e con una conseguente perdita di posti di lavoro e nessuna prospettiva di rioccupazione – dichiarano Francesco Foti e Rosario Tomaselli della Fiom Cgil Palermo – chiediamo di invertire la rotta per riportare questo importante sito industriale a dare lavoro e occupazione”. “Abbiamo chiesto al sindaco – continuano Foti e Tomaselli – di farsi promotore della costituzione di un tavolo con i soggetti istituzionali interessati, dal sindaco Orlando all’assessore regionale Turano, per trovare finalmente soluzioni attraverso un vero progetto industriale con veri investimenti per il settore. E’ finito il tempo degli impegni assunti e non portati a termine, come il piano di investimenti di 7 milioni di euro previsto per Italtel dal governo Crocetta e mai concretizzato”. Il sindaco di Carini, Giovì Monteleone si è impegnato a definire il tavolo con il Comune di Palermo e la Regione Siciliana per costruire le condizioni di rilancio dell’area. Le Rsu della Fiom hanno inoltre chiesto al primo cittadino di intervenire per il miglioramento delle condizioni in cui versa l’area industriale, carente di servizi pubblici come l’illuminazione, senza bus che colleghino la stazione ferroviaria da poco riaperta e le varie aziende e con una insufficiente manutenzione di strade e marciapiedi.

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