La Dia confisca i beni di due imprenditori palermitani “vicini alla mafia”

Beni per 8 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia a due imprenditori ritenuti vicini a Cosa Nostra. Si tratta dei 66enni Salvatore Milano e Filippo Giardina che, sono stati sottoposti alla sorveglianza speciale per i prossimi 4 anni. Milano, in particolare, è stato condannato, insieme al fratello Nunzio, per associazione mafiosa al maxiprocesso. E’ ritenuto uomo d’onore della famiglia mafiosa di Palermo Centro e gestore della cassa delle famiglie del mandamento di Porta Nuova per conto della quale provvedeva, con fondi illeciti, al sostentamento degli esponenti mafiosi detenuti o da poco scarcerati. Il provvedimento di confisca è stato emesso dai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, a seguito di due distinte proposte della Procura, depositate nel 2013 e nel 2014 che, avevano già portato al sequestro del patrimonio dei due imprenditori. Le indagini della Dia, coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi e dal pm Dario Scaletta, hanno preso il via nel 2007, dopo che fu ritrovato nel covo dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo un ‘pizzinò in cui si faceva riferimento alla catena di negozi «Bagagli». Lo stesso riferimento emerse in un altro contesto investigativo, nel corso di un’intercettazione, in cui gli interlocutori discutevano di interessi di Milano nella stessa catena di negozi. Gli accertamenti eseguiti, insieme alle dichiarazioni di diversi pentiti, hanno consentito di ricostruire la biografia criminale e la parabola economica di Milano e Giardina, facendo emergere una rilevante sperequazione fra i redditi dichiarati da loro e dai familiari e gli acquisti e gli investimenti effettuati. Le indagini hanno svelato passaggi di denaro di provenienza sospetta, versamenti in contanti, dubbie vincite al lotto, ritenute dal Tribunale simulate attraverso un collaudato sistema di cessione di titoli vincenti. Gli elementi raccolti hanno portato all’emissione del provvedimento di confisca, che ha colpito l’intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di 3 società di capitali (attive nel commercio di pelletterie), i beni aziendali di un’impresa individuale, 7 appartamenti, un’autorimessa, 14 terreni, quote di immobili, 4 automobili, 2 moto ed uno yacht, conti correnti, titoli, depositi bancari e varie disponibilità finanziarie. In particolare, sono stati confiscati a Palermo i punti vendita della catena dei negozi di moda «Bagagli» di via Libertà (Bagagli srl), di via Messina (Bagagli 1987 srl) e di via XX settembre (Bagagli sas) e una tabaccheria di via Messina Marine. Con lo stesso provvedimento, il Tribunale ha disposto il dissequestro di altri beni (appartamenti, magazzini, terreni e disponibilità finanziarie) dei prossimi congiunti e parenti di Giardina e Milano.

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