San Cipirello, congelate per irregolarità le assegnazioni dei capannoni

C’è un “vizio di legittimità”: tutto da rifare per l’assegnazione di tre capannoni dell’insediamento produttivo “Libero Grassi”. Lo stop è arrivato nei giorni scorsi da parte del segretario comunale, interpellato dai consiglieri d’opposizione Antonio Crociata, Gaspare Scannaliato, Marianovella Termini e Giovanni Casamento. Nelle interrogazioni a risposta scritta della minoranza si chiedevano chiarimenti sulla nomina dei componenti della commissione per l’assegnazione dei lotti all’interno dell’ex area Sirap. Dove già operano da anni altre cinque aziende assegnatarie di otto capannoni. In particolare l’opposizione aveva retoricamente chiesto “se il Consiglio comunale ha il potere regolamentare o legale di disattendere le disposizioni contenute nel regolamento di assegnazione e gestione dei lotti”. Il riferimento era alla legittimità della nomina di due membri del Consiglio comunale all’interno della commissione: Piera Rizzuto e Claudio Russo.“Si ritiene che possa esserci un conflitto di competenze e di interesse che inficia l’assegnazione stessa dei lotti – faceva notare la minoranza – perché al Consiglio comunale è demandato il potere di revoca”. Di qui la richiesta di un intervento del segretario comunale per il riesame della procedura adottata ed eventuale annullamento degli atti, a cominciare dalla determina sindacale di nomina dei componenti”. E nei giorni scorsi è arrivata la risposta del segretario comunale Giuseppina Buffa: “La composizione non è quella prevista dall’articolo 4 del regolamento, in quanto non risultano individuati taluni componenti e figurano due consiglieri comunali anziché due componenti esterni scelti dal Consiglio su designazione dei consiglieri di maggioranza e minoranza”. Di qui il “vizio di legittimità” e la richiesta di “annullamento in autotutela degli atti adottati” inviata al responsabile dell’area tecnica comunale ed al sindaco. In pratica l’assegnazione dei capannoni fatta da ottobre dalla commissione potrebbe adesso essere nulla. Erano state due le richieste presentate al Comune da “Barrale arredi” di Palermo e “Maniscalco Gioacchino” di San Cipirello. La prima ditta vende attrezzature professionali per la ristorazione. L’azienda di Maniscalco si occupa invece del confezionamento di nocciolino di sansa. “Rimangono piccoli dettagli da completare e due aziende saranno presenti nel nostro paese”, aveva commentato il sindaco Vincenzo Geluso. Ma nei giorni scorsi è arrivata la “doccia fredda” da parte del segretario comunale, sollecitato dall’opposizione. E non è la prima volta che l’iter per l’assegnazione dei capannoni subisce intoppi: a luglio, prima di pubblicare il bando, il Comune revocò una precedente procedura. Si trattava di un avviso pubblico scaduto nel novembre del 2016. In quella circostanza fu una sola la ditta a presentare richiesta: la “Co.ge.si. srl” di San Giuseppe Jato, che opera nel settore dei rifiuti. L’offerta non era mai stata aperta. Lo scorso anno, a dicembre il responsabile tecnico dell’impresa ed il sindaco Vincenzo Geluso furono protagonisti di un litigio finito in caserma per presunte minacce e percosse: Stefano Lo Greco della Co.ge.si. riferì di avere subito pressioni dal sindaco per ritirare la busta con l’offerta. Geluso ha sempre negato qualsiasi ostruzionismo.

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