Bloccare le elezioni nelle ex province in attesa di riforma

“Crocetta ha portato in stato comatoso le Province con conseguenze drammatiche per viabilità e manutenzione scolastica, asfaltando disordine su disordine producendo deresponsabilizzazione e conflitti di competenza. Oggi, questo terribile scenario voluto peraltro dall’attuale legge Delrio sembra ormai eclissarsi. L’inserimento di un Ordine del giorno nel decreto Milleproroghe con l’intentio legislatoris di ripristinare l’elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri provinciali, fa ben sperare circa l’opportunità di una rivitalizzazione di meccanismi democratici”. Lo dice Vincenzo Figuccia deputato all’Ars e leader del Movimento cambiamo la Sicilia che prosegue “È un esercizio di civiltà e alla luce di queste posizioni, ho considerato opportuno inoltrare un’interrogazione al presidente della Regione e per esso all’assessore alle autonomie locali e alla funzione pubblica, chiedendo se non valuti l’eventualità di bloccare le ormai prossime elezioni di secondo livello previste in Sicilia che avrebbero luogo con il sistema del Rio. Farebbe specie infatti – aggiunge il parlamentare regionale – che nella nostra Regione si indicessero le elezioni de quo mentre il Parlamento Nazionale si ritrova proprio in questi giorni a legiferare sulla medesima materia orientandola verso forme e meccanismi di democrazia diretta”. Il Governatore Musumeci da tempo non fa mistero di puntate all’elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri di province e città metropolitane. E il governo regionale, in questo senso, nonostante le pronunce della Consulta, non si è ancora dato per vinto. Qualche novità potrebbe infatti arrivare da Roma e riaprire una partita che sembrava chiusa. In principio, fu l’Ars, nell’agosto del 2017 ad approvare una legge che avrebbe ridato voce ai cittadini, nel tentativo di mettere la parola fine alla lunga serie di commissariamenti, disposti e prorogati dall’allora governatore Rosario Crocetta. Ma a bloccare il ritorno alle urne fu poi la Corte Costituzionale nel luglio scorso: la Consulta ha praticamente qualificato la legge nazionale firmata da Graziano Delrio, come norma fondamentale di riforma economico-sociale, capace di disinnescare la rivendicazione autonomista della Sicilia. Il pronunciamento che venne etichettato come “oltraggioso” dal presidente della Regione Nello Musumeci, che – a questo proposito – è tornato a riunire gli amministratori di centrodestra, durante la scorsa settimana, per prepararli alla prossima fase. In quell’occasione si è fatto cenno anche alla possibile data, oggi ancora un po’ “fumosa”: non è detto nemmeno che si possa andare al voto entro la fine dell’anno, infatti. Il governo regionale, però, non sembra intenzionato a darsi per vinto sul tema delle elezioni dirette. Anche, eventualmente, in un secondo momento.

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