“Gonfiavano le pensioni”, condannati in quattro

Gonfiavano le pensioni o le inventavano del tutto, dividendo poi il ricavato con i beneficiari. Un danno per l’Inps di diversi milioni di euro. Con questa accusa sono stati condannati Simone Saputo, dipendente già licenziato, che ha avuto sei anni di reclusione, Antonino Virga, ex consigliere comunale di Partinico e titolare di un patronato che ha avuto 3 anni e sei mesi. Ritenuti colpevoli anche Gioacchino Appresti e Giovanni Antonino Noto, il primo collaboratore di Virga e l’altro titolare di un altro patronato sempre a Partinico: sono stati condannati ad un anno e mezzo ciascuno, pena sospesa.

La sentenza è del giudice monocratico della terza sezione del Tribunale Daniela Vascellaro, che ha anche imposto provvisionali immediatamente esecutive in favore della parte civile, l’Inps appunto, rappresentata dall’avvocato Gino Madonia: 30 mila euro lì dovrà pagare Saputo, 20 mila euro Virga, 10 mila euro a testa gli altri due imputati. Il risarcimento complessivo potrebbe essere però più elevato.

Nell’inchiesta sono coinvolte altre 35 persone: si tratta dei beneficiari delle pensioni che avrebbero fruito di mensilità non dovute, dividendone una parte con gli ideatori del sistema illecigto. Alcuni di loro sono stati già condannati in abbreviato o col patteggiamento.

Il sistema che era stato messo in piedi da Saputo, che ha abitato a Terrasini, è stato poi al centro di un’inchiesta della Corte dei conti, che ha proceduto al sequestro di alcuni beni dell’ex dipendente Inps. I principali imputati, attraverso i loro legali, annunciano ricorsi in appello.

La vicenda fu scoperta grazie a un caso di omonimia: un’insegnate giovane e in piena attività, il 27 dicembre 2010, ricevette una lettera con cui fu informata dell’accreditamento della pensione. Lei denunciò tutto e si scoprì che la destinataria era un’altra persona. Da lì scattò l’inchiesta che nel 2012 portò all’arresto di sei persone.

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