Terrasini, le opposizioni: “feste e sagre, gestione scellerata delle risorse pubbliche”

“A Terrasini è finita a tarallucci e vino”. È il monito di protesta lanciato dai gruppi consiliari di opposizione che contestano una gestione scellerata delle risorse pubbliche. “Siamo l’unico paese che senza lo strumento del bilancio di previsione riesce a spendere per feste e sagre di ogni tipo” scrivono in una nota congiunta gli esponenti di opposizione, Gianfranco Puccio, Maria Antonietta Galati, Dario Giliberti, Antonio Militello, Nicola Ventimiglia, Giuseppe Caponetti, Grazia Ventimiglia ed Eva Deak.

“Pensiamo soltanto ai 56.000 euro di fondi comunali spesi per le feste degli Schietti e di San Pietro che stridono fortemente con un comune in difficoltà economiche, costretto, a detta dell’amministrazione stessa, a tagliare proprio in quei mesi le ore, al già precario personale contrattista. Praticamente – scrivono dall’opposizione un’estate senza vigili urbani ma con i Cugini di Campagna costati ai Terrasinesi 15.000 euro, con tutti i problemi di sicurezza e ordine pubblico che ne conseguono.
Ma ciò che ancor di più preoccupa è il ricorso continuo allo strumento della somma urgenza e degli affidamenti diretti per la più svariata tipologia di interventi, con buona pace delle gare e delle concertazioni pubbliche.
I soldi quindi non ci sono ma si trovano quando serve o quando si vuole. E qui entrano in gioco anche generose sponsorizzazioni di privati, sembra non documentate in maniera dettagliata come la trasparenza gestionale ed istituzionale imporrebbe ( ma su questo ci riserviamo delle apposite interpellanze, così come sull’utilizzo della tassa di soggiorno ).
Al di là dell’impagabile e ammirabile impegno dei comitati delle feste, che non finiremo mai di ringraziare, riteniamo assolutamente pericolosa la modalità di gestione delle risorse pubbliche da parte dell’amministrazione, ormai concentrata esclusivamente sull’apparire e, in attesa ormai da mesi di una relazione dettagliata delle spese economali, ci impegneremo ad esercitare in maniera ancora più attenta il ruolo di controllo che la carica di consiglieri comunali impone, sperando che
le risorse economiche non servano come vetrine elettorali autoreferenziali, ma venga messa mano alla realizzazione e definizione di opere concrete che troverebbero l’appoggio e il sostegno di tutto il consiglio comunale.”

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