Processo “Cemento del golfo”, imprenditore testimonia in aula

Prosegue a Trapani il processo scaturito dall’operazione antimafia “Cemento del Golfo” che vede alla sbarra il vertici di cosa nostra di Castellammare, che controllavano il mercato del calcestruzzo. Il blitz dei carabinieri aveva messo sotto inchiesta una decina di persona accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia aggravata, frode nelle pubbliche forniture, furto e violazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
Ieri è stato chiamato a testimoniare l’unico imprenditore indicato come parte lesa costituitosi parte civile, assistito dall’associazione anti racket Libero Futuro.
Ha raccontato dei furti subiti in un cantiere, quando gli fu sottratta la fornitura di cemento e senza esitazioni contattò l’associazione per assisterlo nella denuncia alle forze dell’ordine.
“Per la mafia castellammarese si prevedere un futuro fosco – afferma Nicola Clemenza di Libero Futuro. Tra confische, arresti, indagini continue e denunce da qualche anno non c’è più pace per boss Saracino e gli uomini a lui vicini”.
“Adesso attendiamo la conclusione del processo e lanciamo un appello affinché chi ha subito le imposizioni denunci. Se a denunciare e testimoniare come ha fatto il nostro imprenditore saranno in tanti, Castellammare del Golfo sarà più libera e per gli imprenditori onesti ci sarà più spazio.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture