Monreale, il comune va verso il dissesto finanziario

Sarebbero venuti meno i presupposti per la prosecuzione del piano di riequilibrio pluriennale avviato nel 2013 ed approvato dal ministero dell’Interno nel maggio del 2015 e per il Comune di Monreale si profila, quindi, la strada del dissesto finanziario.

È severo il giudizio della Corte dei Conti che mette la Giunta Capizzi di fronte ad un difficile aut-aut. Nella seduta del 4 aprile scorso, le cui motivazioni sono state rese note soltanto sabato, i magistrati contabili hanno assestato molto più che una bacchettata all’ente locale, rilevando delle forti criticità e soprattutto nutrendo seri dubbi sulla reale capacità del Comune stesso di onorare il piano. Alla base delle criticità sottolineate dalla Corte dei Conti ci sarebbero le difficoltà legate alla riscossione dei tributi, aumentata negli ultimi tempi, ma, insufficiente per una prosecuzione nel portare avanti il piano.

La magistratura contabile, inoltre, avrebbe rilevato degli errori su dati tecnici, anche se il Comune, in sede di adunanza, aveva provato a rettificarli. La Corte, tra l’altro, aveva evidenziato la presenza di obiettivi non perseguiti e soprattutto non perseguibili. Con queste premesse, pertanto, proseguire con la conduzione del piano di riequilibrio  potrebbe essere una sorta di accanimento terapeutico che potrebbe arrecare pregiudizio all’ente.

 Il Comune avrà adesso 30 giorni di tempo per impugnare l’ordinanza o presentare delle controdeduzioni. Toccherebbe quindi all’amministrazione Capizzi esperire un ultimo, disperato tentativo di rianimare un paziente in stato comatoso o dare corso ad un processo che porterebbe dritto verso il dissesto. In quest’ultimo caso, se cioè il Comune decidesse di non impugnare l’ordinanza, dalla Prefettura arriverebbe la proposta al Consiglio comunale di dichiarare il dissesto finanziario, dopo di che per gestire i debiti pregressi (fino al 31 dicembre 2016) si insedierà una commissione straordinaria che avrà l’obiettivo di stilare un “bilancio riequilibrato”. La commissione, pertanto, diverrà l’unico interlocutore con cui dovranno interfacciarsi i creditori del Comune, che, con lo stato di dissesto, si vedranno stoppare tutti i provvedimenti ingiuntivi. Su questo argomento va detto che il Comune aveva già avviato una politica di estinzione di numerosi debiti e la situazione più rognosa resta in piedi con l’ex Ato rifiuti, con cui è sempre in atto una disputa sull’allineamento dei dati (il Comune ritiene di essere debitore di 5 milioni di euro, la curatela fallimentare, invece, ne chiede 19).

L’amministrazione Capizzi lavorerà sulla gestione ordinaria, sulla base dell’ultimo bilancio approvato. Poco dovrebbe cambiare per i precari, sulla cui stabilizzazione parla la legge regionale che non chiude la porta a chi finora non è stato stabilizzato. Nulla cambierà, infine, per i cittadini comuni, considerato che le tariffe e le aliquote erano già al massimo.

“Non avevamo mai detto di trovarci di fronte ad una situazione rosea – afferma il sindaco Piero Capizzi   – anzi più volte in Consiglio comunale ho affermato come il dissesto fosse dietro l’angolo. Ritengo severa la valutazione della Corte, cui spettano le valutazioni tecniche, ma devo affermare come il pesante fardello che ci siamo trovati a dover sanare non attiene certo alla mia gestione, ma al passato. Debiti per circa 32 milioni che in gran parte abbiamo estinto nel rispetto delle prescrizioni che ci sono state imposte. La nostra è stata finora una gestione sana, che non ha generato debiti fuori bilancio e che ha consentito pure la stabilizzazione di alcuni precari”.

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