Terrasini, due iscritti nel registro degli indagati per la morte di due giovani a Calarossa

Respinta la richiesta di archiviazione per la tragica fine dei giovani Francesca Inghilleri e Giuseppe Mignano che, il 3 settembre del 2012, per una tragica fatalità, precipitarono nel mare di Calarossa, a Terrasini, perdendo entrambi la vita.

Come scrive oggi il Giornale di Sicilia, Il caso della loro morte sembrava ormai un caso chiuso, visto che una perizia aveva dimostrato alla Procura che, proprio sul punto in cui venne ritrovata la borsa della ragazza, si era staccata una parte del costone roccioso. Nell’ottobre del 2013, infatti, era stata chiesta l’archiviazione del fascicolo che, inizialmente, ipotizzava un omicidio volontario a carico di ignoti.

Richiesta che, dopo oltre tre anni, il gip Vittorio Alcamo ha respinto, disponendo, inoltre, che il dirigente del demanio marittimo e il sindaco di Terrasini pro-tempore, ovvero Massimo Cucinella, vengano iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo plurimo. Il nuovo procedimento giudiziario è stato adesso affidato al sostituto procuratore Claudio Camilleri.

Secondo il Gip, le due autorità non avrebbero provveduto, all’epoca dei fatti, a mettere in sicurezza la costa e, a segnalare il pericolo crolli. Ipotesi che sarebbe avvalorata, secondo il giudice, dal fatto che al’inizio del 2012 quella zona fosse stata classificata come ad elevato rischio crolli. Dal primo gennaio di quell’anno, infatti, la zona venne inibita al traffico di natanti e bagnanti dalla Capitaneria di Porto, comunicando al Comune di Terrasini a di provvedere in tal senso. Secondo il Gip Alcamo, l’ente locale non avrebbe provveduto ad apporre né cartelli, né transenne, per evitare che qualcuno, così come accadde ai due giovani, potesse cadere dal costone roccioso e finire in mare.
Giuseppe Mignano aveva solo 25 anni ed era di Borgetto, mentre Francesca Inghilleri ne aveva 21 ed era di Partinico. Lei era la giovane madre di una bambina. I due si erano conosciuti da poco, in un pub dove la ragazza lavorava. Quel 3 settembre del 2012 fu il loro primo appuntamento. Insieme giunsero a Terrasini, nella cosiddetta “Piazzetta dell’Amore”, per poi sedersi sugli scogli. Ma un tragico destino ha posto fine alla loro storia, la stessa sera in cui stava per iniziare. Entrambi precipitarono giù dalla scogliera di Calarossa, un volo di circa 20 metri per poi finire nelle acque del mare, dove, il giorno successivo vennero ripescati.
In un primo momento si ipotizzò un duplice omicidio a carico di ignoti. Ma le immagini registrate da una telecamera presente che, aveva ripreso l’arrivo dei due ragazzi, dimostravano che non sarebbero stati seguiti da nessuno. Successivamente si pensò all’omicidio-suicidio, ma le indagini portarono gli investigatori a scartare l’ipotesi perché i due si conoscevano appena e non avrebbero avuto motivi per celare rancori l’uno verso l’altra.
Esclusa anche l’ipotesi che i due fossero stati sotto effetto di droghe. Inoltre dall’autopsia emerse che le ferite trovate nei corpi dei due giovani fossero compatibili con l’urto contro gli scogli durante la caduta. A confermare l’ipotesi dell’incidente fu una perizia effettuata dai vigili del fuoco e da un team di geologi i quali attestarono che proprio nel punto in cui i due si erano fermati, si era staccato un grosso masso dal costone roccioso.
Da qui la richiesta di archiviazione, ma, secondo il gip Vittorio Alcamo, la responsabilità di quelle due morti, può essere attribuita agli enti che, con negligenza, non fecero nulla per mettere in sicurezza l’area ed impedire il verificarsi della tragedia.

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