Alcamo, archiviata l’indagine su Bonventre: «ho fatto il sindaco in un momento pieno di veleni»

Archiviata l’indagine che aveva coinvolto l’ex sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre e che aveva portato perfino alle sue dimissioni.  Abuso d’ufficio e lesioni personali, le accuse che gli contestavano due dipendenti comunali Asu dopo che erano state sospese dal municipio per assenteismo.

Il tribunale di Palermo proscioglie da ogni accusa sia Bonventre che il dirigente risorse umane del comune Marco Cascio.

In particolare, una delle due lavoratici che aveva presentato la querela, denunciava di non essere stata reintegrata sul posto di lavoro e che questa situazione di stress era probabilmente la causa della sua interruzione di gravidanza subita, da qui l’accusa di lesioni personali. La donna, in particolare aveva chiesto in un primo momento di assentarsi per tutto il mese di luglio 2014 e poi di prolungare l’assenza fino a settembre “per motivi personali”. Richiesta non accolta dal municipio che la invitava a rientrare. Invito rimasto inascoltato dalla dipendente contro la quale il comune avviò i relativi procedimenti disciplinari. Così la donna denunciò i fatti alla Procura che aprì l’inchiesta contro sindaco e dirigente. Inchiesta che fu le cause delle dimissioni del primo cittadino del Pd Sebastiano Bonventre, che così torno a fare il medico. “La pesante accusa di lesioni personali che aveva portato alle mie dimissioni è stata cancellata. La mia giunta sarebbe andata avanti? Non saprei. Di certo, sono pentitissimo di aver accettato di fare il sindaco in un momento difficile e stracarico di veleni. Nella mia vita professionale ed etica mi sono sempre prodigato per salvare vite umane. Non potevo mandare giù – dice Bonventre a ideazionenews.it – un’accusa di segno totalmente opposto.”
“Non sussiste l’elemento oggettivo del reato né tantomeno quello soggettivo,  essendo evidente il convincimento degli indagati di agire secundum legem” scrive il tribunale nella sentenza. “Non è in alcun modo possibile fondatamente
 congetturare la sussistenza di una volontà intenzionalmente diretta a procurare lesioni personali alla querelante.”

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