Operazione Kelevra, le accuse dei due sindaci a Pino Maniaci

La posizione dei sindaci finiti nei verbali della bufera giudiziaria che ha travolto il direttore di Telejato Pino Maniaci, emerge dal fascicolo dell’operazione Kelevra.

Né Salvo Lo Biundo, primo cittadino di Partinico, né il collega della vicina Borgetto, Gioacchino De Luca, denunciarono mai vessazioni o ricatti subiti dal giornalista, ma convocati in caserma per essere sentiti al riguardo, avrebbero ammesso ogni cosa.

“Avevo paura che Maniaci come paladino dell’antimafia ci infangasse come amministrazione comunale e per questo gli davo dei soldi”, ha messo a verbale il sindaco di Borgetto, Gioacchino De Luca. Il suo collega di Partinico, Salvatore Lo Biundo, ha ammesso: “Dopo avere assunto per circa tre mesi una donna a lui vicina si è posto il problema della scadenza del contratto. Maniaci ha insistito, mi ha detto che dovevamo farla lavorare a tutti i costi. L’unico modo in cui potevamo era quello di autotassarci e fargli svolgere il servizio di pulizia che faceva in precedenza”.

Dichiarazioni, queste, che fanno parte adesso dell’atto d’accusa della procura di Palermo nei confronti di Pino Maniaci, accusato di estorsione proprio nei confronti dei due sindaci.

“Maniaci è frequentemente accompagnato da soggetti delle istituzioni come magistrati, segnatamente il dottore Ingroia, o prefetti e pertanto appare come un intoccabile, tanto è vero che gira con la scorta” – avrebbe affermato Giocchino De Luca – “ho ceduto alle sue richieste di denaro per prevenire eventuali servizi contro la mia amministrazione, infangandola”.

Gli investigatori, avevano convocato pure l’assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi, la cui testimonianza verrebbe definita “reticente”. Eppure, all’ex sindaco di Borgetto Giuseppe Davì, durante la sua legislatura, Polizzi raccontava : “Ha voluto le magliettine gratis da me…ha voluto duemila euro di magliettine gratis ed ha voluto tre mesi di casa in affitto che
l’ho pagata io di tasca mia. Questa è estorsione, questa è pure estorsione”.
Ma, poi, quando fu convocato dai carabinieri, si è ben guardato dal raccontare tutta la vicenda.

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