Pino Maniaci contro la Procura: «dica come stanno le cose»

Alza il tiro, Pino Maniaci, direttore della tv antimafia di Partinico, che sarebbe sotto indagine per estorsione. All’indomani della diffusione della notizia, il giornalista risponde pesantemente in merito alla presunta inchiesta che lo riguarda puntando il dito contro calunniatori, investigatori e persone interne alla Procura. “Non so se l’indagine a mio carico esiste davvero, ma due sono i casi” afferma. “Se esiste, allora si fonda su delle calunnie e per questo querelerò i calunniatori. In più ci sarebbe anche il reato di rivelazione del segreto d’ufficio, i responsabili del quale non possono che essere all’interno procura di Palermo o tra gli investigatori, nei confronti dei quali ovviamente procederò in sede legale. Io comunque non ho niente da nascondere e sono pronto a chiarire tutto.”
Secondo quanto ha riportato ieri il quotidiano “La Repubblica” Maniaci, avrebbe chiesto e ottenuto soldi ai sindaci di Partinico e Borgetto, in cambio di una linea più morbida all’interno dei telegiornali nei loro confronti. I due amministratori, interrogati, avrebbero fatto delle ammissioni. A supportare l’ipotesi accusatoria, ci sarebbero pure delle intercettazioni dei carabinieri.

Il telefono di Maniaci infatti era sotto controllo da quando è stato denunciato per stalking da Cappellano Seminara, l’amministratore giudiziario coinvolto nell’inchiesta sui beni confiscati sollevata proprio dal giornalista. Una denuncia che ha provocato negli ultimi mesi un terremoto all’interno del tribunale. Per Maniaci, l’indagine che lo riguarda è proprio la conseguenza per aver attaccato i poteri forti.

La notizia ieri ha diviso l’opinione pubblica. Ma la maggior parte delle reazione sono state di solidarietà e incredulità nei confronti del direttore di Telejato.
A prendere le sue difese, l’associazione antiracket Liberofuturo. “Non ci saremmo mai aspettati una denuncia per estorsione. Naturalmente siamo certi che la verità dei fatti sarà accertata e attendiamo con fiducia l’esito delle indagini.
Siamo convinti che l’attività insostituibile di denuncia di Telejato contro la mafia ed i corrotti vada difesa e da parte nostra la redazione avrà pieno sostegno.”

Chiede chiarezza l’associazione antimafia Rita Atria. “Ci siamo accertati che all’interessato non è arrivato nessun avviso di garanzia e saputo ciò ci facciamo qualche domanda sulle motivazioni di questa “operazione mediatica”. Chiediamo, a chi fosse in possesso di queste presunte intercettazioni di pubblicarle, per intero, senza omissioni.”

L’unica critica arrivata a Maniaci, al momento è quella di Rifondazione Comunista di Palermo: “adesso si spiega il motivo degli attacchi al nostro partito e ai nostri consiglieri di Partinico rei di fare opposizione al sindaco Lo Biundo”dichiara la segreteria provinciale.

A difendere Maniaci, l’ex magistrato Antonio Ingroia, legale insieme a Bartolo Parrino del direttore di Telejato “Se ci fosse davvero un procedimento a suo carico saremmo comunque davanti a un grave reato con la violazione del segreto d’ufficio”.

Intanto la prossima settimana i suoi avvocati chiederanno un’audizione del giornalista in Procura. Procura che ad oltre 24 ore dalla diffusione della notizia, continua a tacere. Nessuna conferma e nessuna smentita sull’esistenza di questa presunta inchiesta. “Se l’indagine non esiste- afferma Maniaci – allora la notizia è una bufala e sono pronto a denunciare chi ha diffuso notizie false su di me. In tutti casi chiedo alla procura di Palermo di uscire dal suo silenzio e di rendere noto come stanno le cose.”

 

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