L’acqua torna potabile. Pd e Liberi Tutti chiedono di conoscere le cause dell’inquinamento

La Commissione straordinaria che guida il comune di Montelepre ha revocato l’ordinanza che dal 27 novembre vietava l’utilizzo dell’acqua per il consumo umano perchè inquinata. Secondo le ultime analisi effettuate lo scorso 10 dicembre al serbatoio Cippi e alle fontanelle pubbliche di Via Dante e Via Belline, non ci sarebbero anomalie nei valori. L’acqua dunque può essere utilizzata per il consumo umano. Questo è quanto si legge nell’ordinanza firmata stamattina.

Le verifiche effettuata dall’Azienda Sanitaria Provinciale a metà novembre avevano fatto emergere la presenza di coliformi, per probabili infiltrazioni dalla rete fognaria. Una situazione che aveva creato preoccupazione tra gli abitanti.

Dal locale circolo del Pd chiedono di sapere quali sono state effettivamente le cause dell’inquinamento e se c’è la possibilità che la situazione si ripresenti in futuro. “Abbiamo appreso dal commississario Ignazio Portelli – dichiara la segretaria Oriana Filingeri – che da 14 anni non si effettuano interventi di manutenzione, che dovrebbe occuparsene l’Ato idrico e che i costi sono troppo eccessivi perchè provveda il comune. Chiediamo che almeno vengano effettuati controlli periodici per evitare rischi per la salute.”

E Liberi Tutti continua a denunciare la mancanza di interventi risolutivi. Secondo il Movimento politico infatti, il problema potrebbe ripresentarsi in futuro. “Chiediamo che vengano rese note le cause dell’inquinamento – dichiara Totò Cristiano. Auspichiamo che l’ato comunichi i motivi e quali interventi siano stati messi in campo per rimuoverli. Se così non fosse sarebbe l’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini di Montelepre e dovremmo rimanere vigili e preoccupati perchè il problema potrebbe ripresentarsi all’improvviso.” Anche per questo motivo Liberi Tutti sta preparando una class action contro l’Ato idrico, con Federconsumatori e i cittadini che vogliono aderire, per le gravi inadempienze subite. “L’unica soluzione rimane quella di far tornare le reti nella gestione del comune – prosegue Cristiano. Nel 2006 con le tariffe dell’epoca il municipio incassava circa 350,000 euro per l’erogazione dell’acqua , adesso potrebbe incassare almeno il doppio. Non riusciamo a capire perchè non si riesca a tornare alla gestione pubblica”.

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