Cittadinanza onoraria per Don Luigi Ciotti, giovedì la cerimonia

Si terrà giovedì la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, l’associazione che coordina le cooperative che gestiscono i beni confiscati alla mafia. L’appuntamento è alle ore 9 e 30 nell’aula multimediale dedicata a «Pio la Torre», in corso Vittorio Emanuele.
Qui una delegazione di cittadini accoglierà Don Luigi Ciotti. Alle 10 e 30, nella vicina aula consiliare, si terrà la cerimonia ufficiale. Previsti gli interventi del presidente del Consiglio comunale Giacomo Mirto, dell’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi e del sindaco Davide Licari. A concludere gli interventi sarà il «neo cittadino» jatino don Luigi Ciotti.

“Vuole essere – spiegano il sindaco Davide Licari e l’assessore alla Legalità Pierluigi Basile – il segno tangibile di vicinanza e condivisione rispetto al cammino che nella sua attività di organizzatore, educatore e operatore Don Luigi Ciotti ha voluto percorrere, consentendoci di riconquistare spazi di democrazia, libertà e occasioni di sviluppo fondamentali per la rinascita della nostra città e del nostro territorio”.

La Valle dello Jato, segnata da episodi, uomini e sistemi riconducibili al fenomeno mafioso, ha costituito negli anni anche una sorta di “laboratorio antimafia” grazie all’opposizione di forze progressiste e democratiche: dai Fasci dei lavoratori di fine Ottocento, al movimento contadino del dopoguerra, fino alle esperienze amministrative guidate dall’ex sindaco Maria Maniscalco negli anni 1993-2001. E qui a San Giuseppe Jato è sorta nel 2001 la prima cooperativa che gestisce beni confiscati: la «Placido Rizzotto, un modello per il resto d’Italia e per il mondo.

«Questo ovviamente ci inorgoglisce e – fa notare Basile – dimostra ancora una volta come dalla resistenza e dal contrasto verso ogni sistema illegale e criminale possano nascere opportunità di riscatto e rivincita».
«Questo ovviamente ci inorgoglisce e – fa notare Basile – dimostra ancora una volta come dalla resistenza e dal contrasto verso ogni sistema illegale e criminale possano nascere opportunità di riscatto e rivincita».

«Un lungo percorso di liberazione – aggiungono gli amministratori di San Giuseppe Jato – è cominciato da alcuni decenni, grazie agli arresti compiuti dalle forze dell’ordine e le condanne emesse dalla magistratura, e grazie al riutilizzo dei beni confiscati. Anche in quella occasione la rete di associazioni e cittadini messa insieme da Libera è stata in prima fila con l’apporto determinante nella raccolta di un milione di firme per una petizione popolare in appoggio al disegno di legge approvato dal Parlamento nel febbraio 1996 (la famosa legge 109/96). Il gruppo Abele e Libera- ricordano – hanno rappresentato e costituiscono tutt’oggi due stelle polari e due riferimenti per chi ogni giorno crede e opera per costruire un’Italia migliore, senza più mafie e senza criminalità organizzata, senza violenza e senza più alcuno sfruttamento».

COMUNICATO STAMPA COMUNE DI SAN GIUSEPPE JATO

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