Corleone. La tomba dei misteri, due scheletri al posto di Bernardino Verro

Rimasto ferito a morte nella strage di viale Lazio del 10 dicembre 1969, il cadavere non venne mai ritrovato, fu fatto sparire dai suoi compagni, quel commando che fece irruzione nell’impresa edile di Michele Cavataio per ucciderlo. Calogero Bagarella, fratello di Leoluca e cognato del boss Totò Riina in tutti questi anni avrebbe riposato in pace nel cimitero del suo paese Corleone e per di più nel loculo intestato a Bernardino Verro, dirigente dei Fasci siciliani e primo sindaco socialista di Corleone, simbolo delle lotte contadine contro la mafia, assassinato nel quasi un secolo fa, nel 1915. In quel sepolcro aperto nel maggio dello scorso anno, quando il Comune ha donato alla Cgil due sepolture una per i resti di Placido Rizzotto, l’altra appunto per Verro, furono trovati due teschi, in uno dei quali sarebbe evidente il foro di un proiettile e nessuno di questi può appartenere a Bernardino Verro se vero come è vero che per volere dei suoi cari i resti si trovano sin dal marzo 1959 nella tomba di famiglia del cimitero dei Rotoli a Palermo. Tanto che era stata la figlia di Verro a organizzare la traslazione. Ma a Corleone sarebbero in tanti a sapere che lì non giacevano le ossa di Verro, compreso l’anonimo che ha scritto al sindaco Leoluchina Savona informandola della circostanza. Il giallo poi si infittisce perchè se un corpo appartiene a Bagarella e l’altro non è quello di Verro, allora di chi è? Forse di Francesco Coniglio? l’impresario delle pompe funebri ucciso nel 1976 senza alcun apparente motivo. Coniglio era a conoscenza di segreti scomodi sul cimitero di Corleone? E’ possibile che vide i capimafia del suo paese seppellire nella necropoli cittadina Calogero Bagarella? Quei capimafia che cu i peri incritati ri fangu avevano deciso di estendere il loro potere su Palermo. Nella sparatoria di viale Lazio, dove i corleonesi arrivarono travestiti da poliziotti, morirono cinque persone. Prima di essere finito con un colpo alla testa, il boss Michele Cavataio, obiettivo del commando, riuscì a impugnare la sua pistola e a colpire uno degli aggressori, Calogero Bagarella appunto, portato via dai compagni ma poi di lui non si seppe più nulla. Ad indagare adesso sul doppio mistero è la procura di Termini Imerese. “Bisogna innanzitutto stabilire se la data delle ossa ritrovate sia compatibile con l’epoca della strage di viale Lazio del 1969”, dice il procuratore Alfredo Morvillo chiamato a fare luce anche sul delitto irrisolto di Francesco Coniglio. Intanto ad avvalorare l’ipotesi che nel loculo intestato a Verro possa esserci davvero Bagarella ci sarebbe un incerto riferimento all’occultamento del cadavere fatto dal defunto pentito di Cosa nostra, Antonino Calderone.

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