MONTELEPRE. RIESUMATA LA SALMA DEL BANDITO SALVATORE GIULIANO

E’ in ottime condizioni, la salma trovata riposta nel feretro di Salvatore Giuliano, riesumata oggi dalla Polizia Scientifica e dal medico legale Livio Milone per far luce sul mistero che aleggia attorno alla sua morte e su cui i pm di Palermo, che hanno aperto un’indagine per omicidio e sostituzione di cadavere, vogliono vedere chiaro. Con la riesumazione della salma del bandito ucciso il 5 luglio del 1950 a Castelvetrano, si potrà chiarire se quello seppellito nel cimitero di Montelepre sia il corpo di un sosia, messo apposta per consentire a Salvatore Giuliano, ricercato dai carabinieri, di scappare per lasciare l’Italia e rifugiarsi in America. Il cimitero, già alle 8 di questa mattina, era blindato da polizia e carabinieri che su disposizione della Procura di Palermo hanno permesso alla stampa di accedere all’interno della necropoli solo per mezz’ora. Una delusione per i cronisti, fotografi e operatori di ripresa che hanno potuto filmare solo la cap pella di famiglia, chiusa con un lucchetto, dove giace la tomba del bandito Giuliano, molto prima che cominciassero le operazioni di riesumazione. Il nipote Giuseppe Sciortino, figlio di Mariannina, arrivato assieme ai cugini Salvatore Gaglio e Salvatore Giuliano, omonimo dello zio, si è concesso ai cronisti facendo con le dita il segno della trinacria. Le porte d’ingresso del cimitero si sono poi chiuse con l’arrivo dei Pm Francesco Del Bene, Paolo Guido, Lia Sava e del medico legale Livio Milone, che assieme alla polizia scientifica hanno avviato le operazioni di riesumazione. Il Dna prelevato dai resti, sepolti nella cappella di famiglia, verrà confrontato col Dna dei familiari ancora in vita di Giuliano per stabilire se quello sepolto è proprio il bandito. La riesumazione è stata disposta nell’ambito della nuova indagine sulla morte di Giuliano aperta dal Procuratore Aggiunto Antonio Ingroia dopo le denunce presentate nei mesi scorsi dagli storici Giuseppe Casarrubbea e Mario Cereghino che dubitano della morte del bandito, tesi confermata anche da un medico legale. Il dubbio da sciogliere per la Magistratura è se il cadavere ripreso sul luogo del delitto, il cortile Dell’avvocato De Maria a Castelvetrano, fosse lo stesso di quello fotografato nell’obitorio del cimitero del comune trapanese. Ecco perché è stato disposto, nei mesi scorsi, dai magistrati di Palermo, un esame approfondito dei filmati e delle fotografie a disposizione. Salvatore Giuliano sarebbe stato ucciso dal suo uomo di fiducia, Gaspare Pisciotta, e soltanto successivamente portato nel cortile De Maria come viene poi ritratto nelle foto ormai storiche. Poche le immagini rubate dall’esterno del cimitero dove poco dopo le 11 è arrivato una nuovo feretro in cui verrà ricustodita la salma riesumata oggi. Saranno i resti del leggendario Turiddu Giuliano o di uno dei tanti sosia del colonnello dell’esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia che fu ricercato dal 2 settembre del 1943 al 5 luglio del 1950, data della sua presunta storica morte. Il sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, si augura che nella bara ci siano veramente le spoglie di Salvatore Giuliano, per evitare illazioni che possano screditare quello che all’epoca fece lo Stato

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