ALCAMO. MAFIA-EOLICO, CHIESTA LA SORVEGLIANZA SPECIALE PER VITO NICASTRI

Il direttore della Dia e la Procura di Trapani hanno chiesto al tribunale la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per Vito Nicastri, l’imprenditore di Alcamo, re dell’eolico, cui sono stati sequestrati nei giorni scorsi, beni per un miliardo e mezzo di euro. Secondo gli inquirenti, Nicastri avrebbe creato l’impero economico grazie ai suoi rapporti con esponenti della mafia e della ‘nadrangheta. A rafforzare l’ipotesi degli investigatori, oltre ad alcune intercettazioni ambientali vi è anche un pizzino rinvenuto a Giardinello nel covo dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo: “Nicastro di Alcamo, ok!” c’è scritto sul biglietto. Il patrimonio sequestrato – ci sono anche le quote societarie e di beni intestati al fratello alla moglie ed ai figli – è stato affidato dal tribunale di Trapani ad un amministratore giudiziario. Il più recente tra gli eclatanti fatti di cronaca in cui figura il nome di Vito Nicastri risale al 10 novembre 2009, essendo, l’imprenditore alcamese, tra gli arrestati nell’ambito dell’operazione “Viacolvento” concretizzata dalla Guardia di Finanza di Avellino e di Alcamo, con quattro ordinanze di custodia in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa (indebita percezione di contributi pubblici). Operazione che aveva portato, nel tempo, al sequestro di 7 parchi eolici riconducibili a 9 società di Avellino.

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